Archive for Piccolpasso

Utopia … il senso del non-sense.

Posted in Alchemy, Alchemy Texts, Alchimia, Alchimie, Fulcanelli, Various Stuff with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on Monday, May 9, 2016 by Captain NEMO

Nulla avviene per caso, si dice… e c’è chi dice che tutto avvenga per Chaos. Credere o non credere è lasciato al sentire individuale.

In ogni caso, ho sorriso non poco dopo aver letto l’Email del Major Grubert (perhaps, better: guardato) e l’aver pensato di scrivere un Post sull’Utopia e l’aver trovato curiose coincidenze, in bella evidenza ma un po’ nascoste (more solito). Ma andiamo con ordine nel disordine, o versa vice:

Utopia è un romanzo di Sir Thomas More, Lord Chancellor of England sotto il regno tempestoso di Henry VIII; pubblicato nel 1516 con il titolo Libellus vere aureus, nec minus salutaris quam festivus, de optimo rei publicæ statu deque nova insula Utopia, il libro fu accolto come opera controversa, ma in ogni caso il termine entrò nel linguaggio di ogni giorno ad indicare qualcosa di impossibile da realizzare. Utopia viene dal greco “ou-“(ou),  “non”, e “topos” (τόπος), “luogo”: insomma è un non-luogo, dove forse si festeggiano i non-compleanni!

Non starò a raccontare di che parla Sir Thomas, ma siccome amo le ‘figure’, ho dato un’occhiata a qualche edizione. L’Editio Princeps mostra, accanto al curioso alfabeto dell’Isola-che-non-c’è, la sua mappa:

 

L'Isola di Utopia

L’Isola di Utopia

La capitale di Utopia si chiama Amaurot, che pare significare in greco ‘oscuro‘, con il senso di ‘macchiato‘, ‘spento‘. Rabelais usa l’identico termine per una città del suo Pantagruel. Ed ho sorriso al ‘fumetto’ del Major, che si dirige – pare – proprio lì, tentando di ‘entrare’ per una porta su cui campeggia un gigantesco Ouroboros alato, le cui spire ricordano questo:

Buch_der_Heiligen_Dreifaltigkeit_RYLANDS_GERMAN_MS_1

Buch_der_Heiligen_Dreifaltigkeit_RYLANDS_GERMAN_MS_1 – Folio 3

e fors’anche questo:

Azoth, sive Aureliæ Occultæ Philosophorum, Materiam Primam... 1613

Azoth, sive Aureliæ Occultæ Philosophorum, Materiam Primam… 1613

Dove, tra l’altro, si dice:

Excrucia Aquila, donec lachrymas effundat, & Leo debilitetur, ac mortem lachrimando oppetat. Huius sanguis thesaurus est terrenus, cum lachrimis Aquilæ  conjunctus. Hæc vero animalia invicem deglutire & occidere, mutuoque amore sese prosequi solent, & proprietatem ac naturam Salamandræ induunt.”

Studiare & Praticare, con gioia … perché Alchimia è Scienza della Natura, e non v’è scientia se non studi prima & pratichi durante. Ah, la Terra Durantina, il Cipriano Piccolpasso, … e Gualdi, e Fulcanelli.

Terra Durantis , da I tre libri dell' arte del vasajo, ... - fine 1500

Terra Durantis , da I tre libri dell’ arte del vasajo, … – fine 1500

Qui, il Croissant aqueo è il Metauro, cioé un meta-oro, che non è evidentemente oro. Ma torno ad res, per risparmiare agli arcieri bardati la solita trita freccia…

Se Basilio Valentino è stato il risultato di un’arguta operazione di supporto ad una coraggiosa utopia del XVII secolo, quando si mirava alla condivisione della Prisca Sapientia, e se per sfuggire al doppio fanatismo che dilaniava l’Europa si progettava un’ulteriore utopia da far ri-vivere in un New World, temo che si dovrebbe riflettere a lungo – tra fratelli veri e non solo patentati – su cosa potrebbe esser più utile per preservare oggi ‘quella’ Prisca Sapientia. E renderla condivisibile. Siamo in identici tempi oscuri, come sempre facciamo accadere.
Studio e Pratica sono gemelli indispensabili nel cammino di Conoscenza, e le briciole di Petit-Pouce debbono essere ben riconoscibili, ben evidenti per chi si incamminasse domani nel Bosco Incantato, briciole della medesima, unica sostanza: Lux è senza dubbio Obnubilata, ma mai divisa, mai dispersa, mai lacerata, mai etichettata, mai occultata nel nomen di un ipotetico primato. Non lo è mai stata, nemmeno durante la Guerra dei Trent’anni…

E so già che si risponde, ovunque: “io” sto facendo questo&quest’altro, del mio meglio. Di più, non possum; rivolgiti a quell’altro. Già, davvero … Forse per questo il Major Grubert, borsone in mano, si avvia correndo verso l’Isola-che-non-c’è. Moebius avrebbe potuto aggiungere un bel ‘Ma va là…a chi la racconti?‘, ma siccome è Franco e sognatore, manda il muto Arzak ad informare il buon Maggiore che esiste un altro mondo, dove c’è un altro modus….chissà se sarà vero, no?

Così, ho capito che il mio romantico desiderio di veder Alchimia finalmente condivisa e aperta e affratellata secondo l’unica legge dell’antica origine è pura utopia: l’uomo ama appropriarsi di ogni cosa che possa servire a proteggere l’orticello suo, stabilendo addirittura la proprietà privata. Che, guarda caso, non esiste sull’Utopia di Sir Thomas. Alchimia, la Grand Dame, non appartiene ad alcuno, essa – tout-simplement – “É”.
Siamo sempre poveri uomini, e ci sediamo – ben al chiuso, s’intende – sul cuscino confortevole del ‘io-sono’.

Eppure, la Dama insegna proprio altro.

Et pourtant, mi pare che Utopia sia un’ indispensabile postura di chi cerca davvero, tanto più in Alchimia; mi rendo conto che il ‘ragionamento’ lineare non pare, ma siccome il non-luogo scuro, piuttosto Croissant, è adornato dal fiume Anyder, di cui si indica la Fons e l’Os … beh, non posso che rallegrarmi del nuovo viaggio del Britannico Major … del resto ‘Morus‘ è il Fou, e le cose van fatte comme-il-faut.

Tanto dovevo, così è (se vi pare), salutando indistintamente …

Una precisazione…sulla segnalazione!

Posted in Alchemy, Alchemy Texts, Alchimia, Alchimie, Fulcanelli, Various Stuff with tags , , , , , , , on Monday, December 8, 2014 by Captain NEMO

Il Thread sul Boleus Armenus Rubeus (qui) si è arricchito di molte note, segno che – naturalmente – l’identificazione della Materia è una delle prime ‘cacce al tesoro’ in cui lo studioso d’Alchimia deve impegnarsi. Sul tema si sono scritti fiumi d’inchiostro, per secoli.
Per chiarire la mia posizione, e le mie precedenti osservazioni, debbo ricordare che il solco della Tradizione antica percorso da Fulcanelli, Canseliet, Lucarelli è piuttosto chiaro in proposito; se i loro testi vengono studiati con cura è evidente che la Materia benedetta non è certo l’argilla; poiché forse il riferimento a L’Arte del Vasaio potrebbe far generare l’equivoco a proposito della ipotetica parentela dell’argilla con il Bolus Armenus Rubeus, val la pena di rileggere – ancora una volta – la citazione su Cipriano Piccolpasso fatta da Fulcanelli ne Il Mistero delle Cattedrali (p. 296-7, 2005):

La Sibilla, interrogata su cosa fosse un Filosofo, rispose: ‘Colui che sa fare il vetro’. Dedicatevi a farlo secondo la nostra Arte, senza tener troppo conto dei procedimenti di vetreria. Il mestiere del vasaio sarà più istruttivo; guardate le tavole del Piccolpassi, ne troverete una che rappresenta una colomba le cui zampe sono attaccate ad una pietra. Non dovete, secondo l’eccellente parere di Tollius, cercare e trovare il Magistero in una cosa volatile? Ma se non possedete nessun vaso per trattenerla, come le impedirete di evaporare, di dissiparsi senza lasciare il minimo residuo? Perciò fate il vostro vaso, poi il vostro composto; sigillate con cura in modo che nessuno spirito ne possa esalare; scaldate il tutto secondo l’arte fino a completa calcinazione. Rimettete la porzione pura della polvere ottenuta nel vostro composto che sigillerete nello stesso vaso. Reiterate per la terza volta, e non ci ringraziate.“.

C. Piccolpasso - Li tre libri dell'Arte del Vasaio, 1548

C. Piccolpasso – Li tre libri dell’Arte del Vasaio, 1548

Una prima curiosità è che Fulcanelli ricorda che è importatne apprendere come fare il vetro (ma secondo l’Arte, quella alchemica); ed invece che rivolgersi ad un mastro vetraio, consiglia di rivolgere la propria attenzione ad una tavola di Piccolpasso, vasaio. Non si parla di materia prima, né di soggetto. Si sta parlando del Vaso, il quale serve per ‘trattenere’ quel volatile.

Il passo deve essere letto nel contesto preciso in cui l’ha inserito Fulcanelli: sta parlando del RERE RER RERE RER RERE RER presentato nella nicchia del Palazzo Lallemant. Dopo aver suggerito l’equivalenza del bizzarro termine RERE con REBIS, vale a dire ‘il composto dei Filosofi‘, ‘una materia doppia, umida e secca, amalgama d’oro e di mercurio filosofici‘, Fulcanelli suggerisce che RER è ‘il Vaso dei Filosofi‘: RER serve per cuocere – alchemicamente parlando – RERE.
Siamo, a parer mio, piuttosto avanti nei lavori; certo non all’inizio dell’Opera. La nota di Paolo Lucarelli a p. 297 va letta con molta attenzione, e – nonostante l’amorevole consiglio – è facile perdersi: si parla di ‘Mercurio Comune‘, ma il suo commento sul passo di Fulcanelli spiega che:

“...il vaso è il nostro mercurio o dissolvente, mentre il composto o mercurio preparato è il Rebis, detto anche amalgama dei Saggi. Otenuto da questo, con una prima cottura, lo zolfo o pietra del primo ordine, questa va ridissolta nel mercurio e cotta per altre due volte. Quindi, ancora una volta si affronta il problema della prodizione del mercurio comune, base indispensabile e strumento insostituibile di tutte le operazioni successive, senza il quale, come dice l’Adepto, ‘sarà impossibile ottenere il minimo risultato nell’Opera’.”.

Consiglio, poi, di aggiungere alle riflessioni di cui sopra la famosa notula di Canseliet a proposito di Piccolpasso: in Alchimie (p. 340, 1964) viene commentata l’altra immagine de L’Arte del Vasaio:

Sic_in_Sterili

C. Piccolpasso – Li tre libri dell’Arte del Vasaio, 1548

[Legenda tratta dall’Edizione originale di Piccolpasso: “Io vi ho posto, qui per scontro, nel fin di questa mia fatiga, la Terra di Durante, patria mia, la qual fo già edificata da Guglielmo Durante decano di Chieretere. Questa è bagniata da tre lati dal fiume Metauro. Di qui, non lontan un miglio, vedesi il Barco, circondato di mura at­torno attorno, pieno di diversi animali. Quivi fanno delicati vini, sa­poriti frutti; l’aria è assai temperata. Quivi, da dua bande, si estende un’amena pianura che da l’una ariva alla radice dell’Apenino et da l’altra si bagnia nel mare Adriatico.“]

Si deve ricordare che il Maître di Savignies dice chiaramente che il ‘cavalier‘ Piccolpasso è a suo dire un ‘cabalier‘, e che anche Canseliet – qui, come altrove – è molto ‘cavalier/cabalier‘: viene affermato, infatti, che

…sa matière première, par lui nommée aussi ballon de terre, qui nous précise ancore, dans sa notule marginale, ‘c’est a sçavoir, masse , moncel‘ que nous interprétons mon sel, cabalistiquement“.

Più tardi, in Deux Logis Alchimiques (p. 293, 1979; il più bel trattato di Canseliet, secondo me) – dopo aver ricordato ancora una volta il Filatterio (‘Sic in sterili‘) che adorna la tavola di Piccolpasso – Canseliet riporta le parole di Fulcanelli a proposito della Legenda in questione:

É l’albero che parla:
Metauro. Meta = limiti, confini
Auro = oro

Chiere Tere = che cerca la terra coltivabile”

La materia di quella terra è ‘la Terra di Durante‘; ma – temo – si sta parlando cabalisticamente. Si potrebbe accostare questa terra a quella di ‘Damasco‘, a quella ‘Damascena‘ di Gualdi. Ma lascio a chi lo desideri l’eventuale approfondimento…senza dimenticare, ma è meglio alla fine dello studio, l’ottimo Orthelius. E perché non Maier?

Michael Maier - Atalanta Fugiens, 1617

Michael Maier – Atalanta Fugiens, 1617

Si dovrebbe sempre ricordare che l’allegoria cela il senso di quanto i Maestri indicano con precisione, e che non è la lettera che conta: l’argilla del vasaio serve per far vasi e basta; ciò non ha impedito, per secoli, che molti abbiano impiegato l’argilla tout-court come soggetto dei lavori dell’Opera. Ma questo l’ho già ricordato. Mi auguro dunque di aver meglio chiarito il mio pensiero sul possibile motivo per il quale Fulcanelli, Canseliet e Lucarelli hanno segnalato l’eccellente lavoro di Piccolpassi, e che si cerchi e si segua il senso dei loro precisi e preziosi consigli, non la lettera. Fra l’altro, la lettura del trattato di Piccolpasso (meglio nell’edizione originale, italica), è molto divertente. Sempre tenendo bene a mente che – specie su questo soggetto – tutti fanno i ‘cavalieri‘, vale a dire i ‘cabaliers‘.

E che talvolta, nel Bosco, si deve procedere con…Piccol passo!