Archive for Claudio Cardella

Fulvio Di Pascale: Alla Ricerca della Salute Perduta

Posted in Various Stuff with tags , , , on Friday, July 8, 2022 by Captain NEMO

È da poco uscito un libro; non è un’opera di Alchimia, ma è una testimonianza rara a proposito di un uomo che ho avuto l’onore di conoscere, tanti anni fa: Fulvio Di Pascale.

Stefania Venezia ci ha voluto offrire l’opportunità di conoscere meglio questo Medico straordinario: curando in silenzio i suoi pazienti con preparazoni del tutto naturali, lontano dai riflettori, Fulvio possedeva nel suo animo una sensibilità ed una cultura di altissimo livello: non parruccona, ma cristallina e fuori dagli schemi. Nel 1978 si tennero tredici incontri tra Fulvio ed un gruppo di persone a proposito della Conoscenza e del modo con cui un essere umano può e deve salire – faticosamente e con il massimo impegno – gli impegnativi gradini di una “scala”, puntata dritta verso il Cielo; la ‘salute‘ di cui qui si parla è quella intima, profonda, dello Spirito, che – ancora oggi – è sempre trascurata; in questo libro sono state raccolte tutte le domande dei partecipanti e le sue risposte, esposte in modo chiaro e diretto, come era suo costume.

Chi avesse letto il suo ‘Memorie‘, curato da Claudio Cardella (qui), sarà rimasto senza dubbio più che sorpreso del contenuto; il protagonista è il Bios, “… il quale è energia sostanziale e continua allo stato soprannaturale, vivente in fase cosmica.”; dico ‘sorpreso‘ perché davvero il difficile e complesso contenuto è decisamente fuori dall’ordinario. Ma già da questa breve definizione, scritta a pagina 1, il lettore si rende conto che quella sua dottrina esposta (nel 1952) ha una valenza tutta particolare, tutta veritiera, tanto più nel suo fascino, nella sua esposizione temperata e chiara, nella sua importanza, rivoluzionaria. Fulvio curava casi anche gravissimi, sempre con la sua visione attenta all’humanitas, sempre passata ai suoi frequentatori con la sua immancabile verve partenopea.

Ebbene, questa raccolta di domande e risposte, porterà pian piano il curioso ad incontrare quella ‘Persona‘, quel ‘Medico‘, quel ‘Filosofo‘, di una statura che ho avuto il privilegio di apprezzare di persona tanti anni fa. Un uomo sconosciuto ai più, ma dai pensieri tanto ‘alti‘, quanto ‘semplici‘: efficaci, veritieri. Un uomo dal carattere appuntito, ‘aguisè‘, e dalla bontà a tutto tondo.

Quando ho potuto leggere Alla Ricerca della Salute Perduta, ho ritovato l’uomo con cui abbiamo speso serate bellissime, ma – soprattutto – ho rivisto quel suo sguardo acuto, sempre attento a comunicare in modo dritto negli occhi e senza giri di parole, quella sua gentilezza antica, il suo sorriso sempre elegante, rassicurante. Fulvio era un Uomo Buono.

Come Claudio, nel mio piccolo, anche io gli sono debitore: molte delle cose che avrei in seguito incontrato nel mio percorso di studio e di vita, mi sono state indicate, suggerite, dipinte, da lui: sempre con gentilezza; ferma gentilezza. Con soffice gravità.

Ragion per cui ringrazio Stefania per aver avuto la sensibilità di riproporre oggi, dopo una quarantina d’anni, le sue parole, il suo modo di spiegare, il suo modo di aiutare.

B: Mi domando: perché mi devo porre tanti problemi se poi, a un certo punto, la natura mi cancella? Qual è il fine di tutto il mio agire?

R: La natura non cancella nulla. Si modifica la morfologia, ma ciò che contiene, l’essenza, viene conservato. Quindi la tua partecipazione a quell’essenza è importantissima! Ho una sensazione, come se tu fossi dentro una sfera di cristallo, una specie di scafandro di cristallo, tu ci sei dentro, ma il cristallo è opaco e perciò non riesci a vedere ciò che c’è all’esterno. Se tu ti prendessi il fastidio di pulire questo cristallo, vedresti tante belle cose, invece stai lì e ti dici “Ma chi me lo fa fare?”, e rimani là dentro.

B: Vero, e ogni volta che provo a farlo mi spavento.

R: Forse perché non lo hai pulito dalla parte giusta. Puliscilo tutto quanto, vai avanti! Se riuscissi a farlo vedresti tante altre cose!  Dal piano terra posso vedere la strada, la gente che passa, e va bene. Poi qualcuno mi dice: “… guarda che dal primo piano si vede la cupola di San Pietro, sali …”; e io rispondo: “… no, non ne ho voglia …”.

Invece io ti sprono, ti dico provaci! Sali al primo piano, poi al secondo, al terzo, all’attico, al superattico, e se non sei ancora soddisfatto, ti prendi pure un elicottero e poi un aereo, e sempre vedrai qualcosa di diverso, di nuovo, fino a quando non troverai ciò che ti appaga, e sicuramente lo troverai. Importante è non inventare scuse e non lasciarsi prendere dalla pigrizia.

La natura non sbaglia, nel modo più assoluto! Segue la sua via utilizzando i mezzi che le servono per estrinsecarsi, per completare un’esperienza, finita e completata la quale quei mezzi non le servono più.

B: Mi sfugge il motivo per cui la natura fa tutto questo.

R: Ti sfugge perché non lo vuoi cercare e così non lo puoi trovare!

Dal libro: ‘B’ è uno dei partecipanti, mentre ‘R’ è la risposta da parte di Fulvio.

Alla Ricerca della Salute Perduta è un libro stampato da Lulu Press: qui, qui, e qui.

Il Tassello Mancante …

Posted in Alchemy, Alchemy Texts, Alchimia, Alchimie, Philosophia Naturalis, Various Stuff with tags , , , , , , , , , , , , on Wednesday, October 20, 2021 by Captain NEMO

Claudio Cardella ha scritto un altro magnifico libro. Dopo Il Sogno dei Filosofi – scritto con Stefano Costa – veniamo trasportati negli anni ’30, per cercare di capire come la Fisica Nucleare si sia lanciata nella terribile avventura che portò l’uomo ad inventare la bomba atomica.

Lo spunto con cui è nato il nuovo libro è il tentativo di rintracciare quello che l’autore ha chiamato Il Tassello Mancante; a margine di un foglio di alcuni suoi appunti – del 13 Novembre 1944 – Francesco Pannaria evidenziò a matita nera ed in modo enigmatico l’anno 1939, senza nessuna annotazione o considerazione attinente, né nel Colophon, né all’interno del testo. Su una copia di un quotidiano rinvenuta nell’archivio di Pannaria, l’autore ha poi trovato – stavolta vergata in rosso – un’altra sua nota a margine: “Si va confermando la verità e cioè che Fermi e Co. non capirono niente. É la Lise Meitner che capì o Hahn?”. Così, incuriosito, l’Autore ha affrontato una lunga ricerca negli archivi scientifici, nel tentativo di rendersi meglio conto del perché Pannaria avesse sottolineato quel ‘1939’. Ed alla fine della sua faticosa caccia, quel tassello assume un connotato particolare: si tratta della storia – per la verità tormentatissima – del gigantesco, deprecabile, Circo Barnum con cui la creme-de-la-creme della Fisica Nucleare di quei tempi offrì ai militari – su un piatto d’Uranio – l’opportunità di usare l’enorme rilascio d’energia provocato da una reazione a catena di atomi ‘scatenati’, letteralmente spaccati, con forza; l’uso malvagio di quell’energia omni-devastante e contro Natura venne prescelto dai responsabili del Progetto Manhattan per obbligare il Giappone alla resa, nel 1945: così, vennero sganciate due bombe su Hiroshima e Nagasaki, dove in un immorale flash istantaneo vennero uccisi decine e decine e decine di migliaia di esseri umani.

Claudio Cardella ha ricostruito la genesi e lo sviluppo di quella ricerca scientifica: ovviamente, tutto parte da Enrico Fermi nel 1934 con la sua corsa – assieme ai famosi Ragazzi di Via Panisperna – verso la scoperta di quelli che a quel tempo vennero chiamati Elementi Transuranici (‘al di là dell’Uranio’), cioè dei nuovi Elementi – perché in natura non sono presenti, se non in tracce davvero minime – la cui posizione nel Sistema Periodico di Mendeleev (1834-1907) si supponeva dovesse essere dopo l’Uranio (numero atomico, 92). Quella corsa sfrenata – che culminò nel 1938 con il Nobel a Fermi “… per la sua dimostrazione dell’esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti mediante irradiazione di neutroni, e per la sua correlata scoperta di reazioni nucleari provocate da neutroni lenti.” – fu in realtà un vero dramma, a tinte decisamente nere.

Forse pochi sanno – o forse hanno scientemente scelto di nascondere il pattume sotto il tappeto del tempo – che gli emeriti e benedetti nuovi Elementi (gli Italici Ausonio ed Esperio) che Fermi e Co. proclamarono di essere riusciti a scoprire mediante la fusione di neutroni lenti … non esistevano, né sono mai esistiti, né potevano esistere; anche perché – come è perfettamente documentato nel libro – la fusione nucleare dimostrata da Fermi era in realtà una fissione nucleare. Furono i tedeschi a capire che Fermi si sbagliava, ma per varie ragioni (tra cui il fatto che Lisa Meitner, Ida Noddack e Otto Hahn erano personaggi poco stimati dal consensus scientifico dell’epoca), la loro sperimentazione – più sensata rispetto a quella di Fermi, perché basata su una maggior conoscenza pratica e teorica della Chimica e della Fisica che atteneva a quella ricerca nucleare – vide la luce troppo tardi, quando ormai i giochi erano fatti, quando tutto si spostò negli USA: quando la malattia mortale dell’Auri Sacra Fames prese ovviamente immediata e solida radice nelle menti di un pugno di uomini stolti che decisero di giocare la partita contro Natura, ammantati del nero blasone della tenebra . E dell’ignoranza, profondissima. Sic et simpliciter

Se ovviamente tutta la Fisica e la Chimica Nucleare del tempo (italiana, tedesca, inglese, russa, e poi americana) potrebbe essere assolta nel nome del progresso della scienza (ma in barba alla Scientia), quella Fisica e quella Chimica sono state (ed ancora sono; non saprei per il futuro) gravemente mancanti sul piano dell’Etica e della Philosophia: armi e denaro si sono sposati con la consacrazione di un modello teorico che non tiene in minimo conto Madre Natura, aprendo la strada all’utilizzo arrogante delle Forze della Natura. E quel matrimonio, come è normale, ha prodotto figli e nipoti …

Robert Oppenheimer, fisico e a capo del Los Alamos Laboratory, in occasione del successo del Trinity Test (16 Luglio 1945), pare abbia detto: “Sapevamo che il mondo non sarebbe stato più lo stesso. Alcuni risero, altri piansero, i più rimasero in silenzio. Mi ricordai del verso delle scritture Indù …: ‘Adesso sono diventato Morte, il distruttore dei mondi.’”.

Cui potrebbe fare da contraltare un passaggio di Paolo Lucarelli, fisico e alchimista: “Gli uomini perderanno la capacità di osservare la natura con imaginatio vera et non phantastica, e, rivolti in se stessi, saranno la peggior espressione possibile del simbolo dell’Uroboros. … La tradizione si perde in molti modi. Il più sicuro è quello di stravolgerla in una pantomima grottesca, in cui l’essere umano, avvilito dal progresso, abbia come unica speranza quella della misericordia di una divinità gelosa e incomprensibile, chiamata con ridicolo rispetto, metodo scientifico.”.

Percorrendo la meticolosa, appassionata, straordinaria, ricerca di Claudio Cardella il lettore si potrà fare un’idea precisa ed onesta di come sono andate le cose che hanno portato la nostra civiltà al Progetto Manhattan: incontrerà personaggi ben noti, ed altri meno noti (Ida Noddack e Lise Meitner, due donne straordinarie), incontrerà anche il Neutrone-questo-sconosciuto, il Protone, l’Elettrone, il Positrone, il Neutrino, e poi pure il Decadimento Beta di Fermi (un modello che fa ancora acqua da molte parti, nonostante sia quasi un vangelo), e decine di attori sul palcoscenico della ricerca sul Nucleo, in scena tra il 1934 ed il 1939; una storia – nelle parole dell’autore – che ‘… si conclude completamente nel giro di un mese, il Gennaio del 1939. É mia personale convinzione che sia questo che ha indotto Pannaria, testimone di quegli eventi, ad appore la pesante sottolineatura nera, quasi a lutto, per circondare quest’anno nel suo manoscritto, perché in realtà proprio da lì presero avvio le successive atrocità e lo sterminio.’.

La lettura e lo studio de Il Tassello Mancante richiede almeno una base scolastica di alcune notazioni e nozioni di Fisica (ed un pizzico di Chimica), e si fa leggere con molta emozione: stupore e perplessità si affacciano in molte pagine, popolate come sono da una mole di brani e note tratte da documenti storici e scientifici inoppugnabili. Dice: ma è un libro d’Alchimia? Rispondo: … ovviamente no, ma Naturalmente sì. L’Alchimia in sé non è la protagonista di questo bel libro: ma il lettore molto attento, si renderà presto conto, specie in taluni passaggi extra-ordinari, quale visione indefettibile della Philosophia Naturalis ha guidato Claudio Cardella nel suo esame accorato; sembra quasi che voglia dire, ad ogni piè sospinto, agli attori protagonisti, e ai lettori ‘…ma come, non vi rendete conto che le cose NON stanno così? … ancora? … e poi ancora?’.

Il libro, pubblicato su Lulu, può essere acquistato su Amazon, qui.

Il Sogno dei Filosfi

Posted in Alchemy, Alchemy Texts, Alchimia, Alchimie, Philosophia Naturalis with tags , , , , , , , , , , , , , , on Wednesday, March 7, 2018 by Captain NEMO

Se un lettore si imbattesse in un libro titolato Il Sogno dei Filosofi, e considerasse il sottotiolo ‘dall’Hylè di Aristotele alla Materia Pura di Severi-Pannaria, ovvero, La Fisica alla luce della Filosofia Perenne‘, potrebbe non accorgersi di avere di fronte a sé una rara opportunità; nel panorama di oggi è ben difficile leggere un testo che abbraccia con perizia e dovizia l’argomento periglioso della Materia in una Manifestazione; certo, vi sono fior fiore di opere di filosofi gallonati, di scienziati rinomati, di divulgatori di vario ordine e grado, di experiti con blasone e medaglie, di Soloni sapienti, e via dicendo.

Ma questo lavoro di Claudio Cardella e Stefano Costa offre con grande coraggio una visione nuova, consistente e intelligente, dell’evento più misterioso ed appassionante che ci sia:

cosa è Materia?, e … come ‘funziona’?

Da uomini di scienza, ma anche – e forse, soprattutto, onesti e leali Cercatori – l’approccio dell’impresa è quello di mettere sul tavolo lo stato attuale delle nostre idee, dei limiti intellettuali, filosofici ed oggettivi, e coniugare più fil-rouges che diano modo al lettore di comprendere il modello teorico proposto: Aristotele, le immani contraddizioni della Fisica moderna, gli echi solidissimi dei Filosofi antichi, le dizioni e contraddizioni dei paradigmi teologici disponibili, e la genialità del modello di Francesco Severi e Francesco Pannaria. Il risultato è un libro di respiro amplissimo, pur nella naturale difficoltà dell’argomento e delle argomentazioni, che illumina una serie di aree scientifiche e filosofiche essenziali per la comprensione dello scenario (ancora una volta, immane) proposto. Una miglior esplorazione di quelle aree potrebbe essere foriera, nel tempo, di nuova Conoscenza, e di una consonanza con il processo con cui Natura opera sempre. Quella Conoscenza non implica né potere, né controllo, i quali sono di fatto i valori tossici di questa nostra civiltà; implica, al contrario, rispetto ed uguaglianza, merce rarissima oggidì.

Va da sé che il mio interesse per Il Sogno dei Filosofi, oltre alla fraterna amicizia che mi lega a Claudio Cardella, è dovuto alla ricerca alchemica, ed ai risultati osservabili che il Laboratorio riserva a chi si toglie dalla testa la stolidità del pre-giudizio: l’Alchimia è l’aspetto pratico di una sensata e libera osservazione della Natura, poggiata sulle antiche  fondamenta della Filosofia Naturale. Leggendo il libro ho sorriso molte, molte volte ripensando ai ‘fatti’ che accadono in Laboratorio; ed alle conseguenze inevitabili di tali ‘ritrovamenti’. E di quanto lontani dalla Natura siano oggi la cultura della Scienza, i vari circoli esoterici e compagnia-bella, il modello sociale corrente, e – purtroppo – la nostra privata consapevolezza. Persino la piccola nicchia degli alchimisti, qui e altrove, ha perduto lampada, occhiali e bastone. Nonostante il ben conosciuto monito Dantesco, siamo solo dei poveri Bruti.

L’impianto del libro è senza dubbio complesso, come la materia richiede; l’esame razionale di quanto scritto è naturalmente ugualmente complesso, e al lettore è richiesta una non risibile padronanza dei temi scientifici di base esposti, ma anche della curiosità – quasi l’emblema del Cercatore – di consultare le tante fonti dei temi filosofici a sostegno, e la capacità non comune di elaborare un modello naturale ben diverso da quanto scuole ed accademie oggi passano per oro colato. Ma le opportunità di studio offerte dal libro sono outstanding: e meravigliose, se solo uno seguisse la rotta.

Parafrasando me stesso: … sono dei Ribelli i due autori? Mi par proprio di sì.

Il modello che prende forma man mano che procede la lettura è un oggetto semplice ed ingombrante: praticamente nessuno dei ‘sacri teoremi’ della Fisica moderna regge, ed emerge una visione nuova, animata da una logica più onesta e utile; la quale è oggi indispensabile per comprendere cosa sia Materia e come essa operi. La teoria del Principio di Scambio di F. Pannaria (si leggano, con calma ed attenzione le Memorie Scelte, qui) pare provenire da un altro mondo, tanto è semplice e chiara, rispetto alle attuali ‘trovate’ di chi asserisce di aver la patente-a-spiegare-come-stanno-le-cose (e non solo quelle scientifiche, ma pure alchemiche!). Certo, lo ripeto, il solo affacciarsi di tale semplicità, di tale efficacia nel descrivere il percorso della Materia nel suo eterno divenire (continuato nel discontinuo), genererà immediatamente steccati, palizzate, distinguo, reproches, e ignorante arroganza. Forse, però, qualcuno inizierà a studiare; scenderà dal suo piccolo palco umano, e si metterà in cammino verso Lux ed Amor, unici Agenti di Creazione in ogni universo. Dice: e Dio ? … rispetto chi vuol porsi la domanda e vuol darsi la sua risposta; non so dire, tuttavia, se si chiami davvero Dio, ma nel Bosco di Madre Natura si odono canti e si scorgono luci che parlano di semplicità ed amore. Sed de hoc satis.

A proposito del modello Severi-Pannaria, il lettore certo ricorderà che l’Accademia dei Lincei – che conserva gran parte dei manoscritti iniziali di Severi sulla Materia Pura e sui suoi sviluppi seguenti – appose ‘con un asterisco’ la seguente dicitura in calce alle Memorie:

I Soci Nazionali  della Sezione di Fisica dell’Accademia, a conclusione di lunghe discussioni avvenute tra loro, e col compianto Socio Severi, sul contenuto della Memoria [Nota] …, si accordarono, il 14 Novembre 1961, per accompagnare detta Memoria [Nota] con la dichiarazione seguente:

‘I Soci Nazionali Amaldi, Bernardini, Carrelli, Ferretti, Occhialini, Persico, Perruca, Polvani, Wataghin, desiderano render noto che essi non condividono quanto è espresso nella Memoria [Nota] del Socio’.

Ecco, questo è un esempio di quanto volgare, miope e dogmatica – terribile a dirsi in un contesto di ricerca veritiera – possa essere la visio del mondo accademico, così noiosamente auto-referenziale. Per non dire inelegante, visto che all’epoca ‘il Socio Severi’ stava per lasciare questo mondo.

Il Sogno dei Filosofi (edito da Lulu, acquistabile qui) val la pena di essere ben letto, con assoluta calma e con estremo impegno: l’argomento lo richiede; poi, andrà letto ancora, e poi studiato, a lungo. La conclusione? … essa spetta al Cercatore, che adotterà la sua propria postura, sia di sviluppo del proprio studio, sia della propria  ricerca, sia della sperimentazione.

Mi sento tuttavia di avvertire, in assoluta umiltà, e senza volermi in alcun modo sostituire ai due autori, che la verifica sperimentale di tal modello geniale, pur nei suoi limiti naturali, implica l’abbandono totale del metodo scientifico corrente: forse, quando l’accademico cesserà di guardare un alchimista come un povero deficiente, quella agognatissima ‘Teoria Unificata’  vedrà finalmente – negli anni – una sperimentazione più vera, più Naturale; ma quest’abbraccio, temo, non avverrà mai. Il canonico non abbraccerà mai l’eretico. Paradossale, n’est-ce pas ?

Conoscere porta alla Contemplazione della Bellezza suprema, nel silenzio della semplicità.

L’essere umano tende in genere ad altre mete, ad altre utilità.

Il formidabile apparato di analisi, elaborazione e sviluppo contenuto in questo libro merita ogni plauso, ma richiederebbe anche, nel lettore, e ancor più nello studente, una rivoluzione interiore: i mondi, gli universi, le stelle, le creature non sono come li descriviamo, come li vendiamo, come li passiamo ai nostri figli. Accadrà? … chi può dirlo?

Ai due autori va la mia riconoscenza per l’enorme mole di lavoro offerto; al Cercatore appassionato, al lettore di questo libro, al Ribelle all’Imperium del mondo parruccone e bardato in ogni modo e stile, lascio il piacere e l’onere di leggere, studiare e praticare.

Il Sogno dei Filosofi non è una chimera, bensì l’azione nostra – meglio: il nostro mutare; quasi un capovolgimento – verso Madre Natura.

Alchimia, ovvero della Philosophia Naturale e della Physica… – 1bis

Posted in Alchemy, Alchemy Texts, Alchimia, Alchimie, Fulcanelli, Various Stuff with tags , , , , , , , , , , , , , , , on Thursday, October 27, 2016 by Captain NEMO

Oggi è una giornata maravigliosa

Provo a spiegar perché:

  1. A) dopo una notte di terremoto, all’aperto, con tanta acqua giù dal Cielo occlusus e firmus, magna cum caliditade, mentre Terra tremans a causa dell’Igne che l’agiva ex profunditate, con tremores devastantes in superficiem… stamane l’Aer del Nord ha pulito il Coelum da ogni nube, e il panorama fino al mare – mozzafiato – mostrava le linee-allineate dei montes e dei monticulos; nei campi, anch’essi mossi in campa dagli agricoltores sapienti, le linee degli aratri disegnavano una rete altra, ad vim sistendum ex aquae rore. Il verde ed il fulvo, sotto un magnifico coelestes che sfumava al blancum. Entusiasmo nel cuore, spettacolo maestoso e vivificante: “La natura si rallegra della natura, la natura vince la natura, la natura domina la natura“.
  2. B) Obviously, “… ‘o terremoto ha scassato internette… “: le lucciole verdi del Router, l’instradator-che-spacchetta-e-impacchetta i dati – portati dagli elettroni lungo i cavi, secondo la fisica di oggi – si accendevano e poi si spegnevano, in fastidioso ciclo; niente lucciole stabili, niente da fare. Chiamo la Tele-Assistenza, e mi si racconta che l’emergenza notturna ha generato situazioni di precarietà nelle centrali di zona, ma che si sta naturalmente provvedendo alla bisogna, con nugoli di tecniche camionette che corrono di qua e di là… memore di un accidente simile, decido di fare a-modo-mio: scendo alla scatoletta dove entra il doppino, lo sfilo dai contatti, mi umetto due dita, le passo sul metallo, e lo rimetto al suo posto. Voilà, le lucciole diventano Lanterne, verdi e stabili. Los Electrones – chiunque essi fossero/sono/saranno – si erano “intasati” (non sto a dilungarmi ora sul perché, ma c’è un perché…); ed ora, accarezzato il metalluccio con un po’ di liquido per lui quasi amniotico (vedo le facce vostre assumere la ben nota grimasse che significa “…chist’è pazz“, ma non fa niente), essi scorazzano liberi. More solito. Chiedo, da decenni: cosa è l’elettrone?
  3. C) Ora che il network è di nuovo accessibile, trovo nella mia casella di posta virtuale uno scritto ricevuto da parte di un frater-in-alma-et-in-armas. Uno scritto ormai anzianotto, del 1995: “Divagazioni Ermetiche” Apro e leggo: fantastico. Allora, ri-leggo: maraviglioso. Sorrido, mi viene una risata irrefrenabile, allegra, gioiosa, dal profondo, incontrollabile. Sincronicity.
  4. D) Domando: “Come stai?“, che sarebbe “How are you?” … risposta: “Bene” = “Beota, esitante, nevrotico ed emotivo“, che in lingua Britannica è “Fine” = “Freaked out, Insecure, Neurotic and Emotional“. É il “Foux“. Perfetto, allora.

Condivido dunque – nella corrente bordata “Alchimia, ovvero della Philosophia Naturale e della Physica“, al capo 1bis – lo scritto in questione – titolato “Divagazioni Ermetiche“. Consiglio una lettura disincantata, libera, festosa, ma non per questo superficiale; esso pesa tanto come una piuma dell’ Oiseau d’Hermès.

Oiseau d'Hermès, dal Ripley's Scroll - Add MS 5025, f 4r

Oiseau d’Hermès, dal Ripley’s Scroll – Add MS 5025, f 4r

Consiglio altresì la sua assunzione ogni santo giorno, per intero, da sciogliere sotto la lingua, omeopaticamente. Cosa cura? … la disperante tristezza in cui è stata affogata oggidì l’Arte&Scienza più bella, gioiosa, allegra, nutriente che mai sia stata offerta alla stolida umanità in eterna sofferenza. Sì, perché oggi – in Italia, ma non solo – si spaccia per alchimia (con la minuscola) un “sensus” che nulla ha a che fare con Alchimia (con la maiuscola). Quest’ultima, non è certo mia, o dell’estensore dello scritto nominato; Dama Alchimia non è possesso di alcuno, by definition. Essa “É”. Punto.

L’orgoglio, la sete di possesso maldestro e malandrino, la presupponenza, l’alterigia, l’indifferenza, la fratellanza malintesa e via dicendo con cui si condivide un’Arte&Scienza senza possibili possessori, ammanta oggi il panorama della “crisi”, di valori prima e di altro dopo. Si dimentica, per colpevole ignoranza, che il nostro mondo è sempre in crisi, da sempre. E che Dama Alchimia percorre sempre il Campo-delle-infinite-possibilità, con Creanza, Fratellanza, Bellezza, Brillanza e tanta Vis, ma così tanta, così tanta, così tanta (tre volte) … che chi cerca troverà … il sorriso amorevole di Madre Natura, in alma et substantia.

Tale è la mia gratitudine per questa inattesa ‘trovata’ mattutina, in perfetta Sincronicity, che – dopo aver ovviamente chiesto ed ottenuto ‘permesso’ a chi sta “là” e “più in là” – pubblico con gioia ed allegria lo scritto ricevuto in dono. Lo si troverà qui, in una pagina appositamente dedicata.

Mentre a chi cerca auguro, sempre-di-buon-cuore, di bearsi, esitarsi, nevrotizzarsi ed emozionarsi nel leggerlo&studiarlo, ma per apprendere il metodo con cui i “Foux” debbono percorrere il loro privato cammino nel Bosco Incantato, non posso mancare di esprimere il mio GRAZIE, tre volte, per aver avuto la gioia di abbracciare – ancora una volta – la Vis viva, l’Esprit ficcante, la Profunditas sposata alla Charis, di un Cercatore onesto, tagliato al fuoco della Conoscenza, tanto teorica che pratica, un uomo per-Bene, un Fratello, a me estremamente caro. Cum furtiva lacrima, sono commosso della sua amicizia.

A voi, Compagni di cerca … to be continued.