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Alchimia, ovvero della Philosophia Naturale e della Physica… – 1

Posted in Alchemy, Alchemy Texts, Alchimia, Alchimie, Fulcanelli with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on Monday, October 24, 2016 by Captain NEMO

Piccolo prologo:

Ora, lege, lege, lege, relege, labora et invenies

La pratica – ripeto: pratica – alchemica prevede obbligatoriamente lo studio profondo dei testi; i quali, pur talvolta poco comprensibili, costituiscono l’asse di fondazione di qualsiasi sperimentazione di laboratorio. Inoltre, come è noto, il risultato della sperimentazione del laboratorio alchemico obbliga il Cercatore onesto a ritornare sui testi migliori e confrontare/ri-trovare il risultato ottenuto – sia esso parziale o finale – con la solida teoria alchemica, racchiusa solo in quei testi migliori. Senza l’elaborazione di un modello teorico serio e canonico la sperimentazione in un laboratorio alchemico porta a risultati che paiono mirabili e/o canonici, ma che sono totalmente avulsi dalla unica verità indicata con chiarezza estrema dalla Scienza e dall’Arte alchemica. Non è un caso fortuito o altro che possa condurre l’essere umano verso la Conoscenza, ma unicamente lo studio tenace e umile, l’apprendere le basi della Philosophia Naturale prima sui testi e poi nel Laboratorio, e l’impegno solido nel processo del Conoscere studiando e praticando. Questo è il cambiamento – imprescindibile – del famoso ‘mantello gettato alle ortiche‘ da Fulcanelli, Scienziato ed Artista a tutto tondo.

Indipendentemente dal giudizio, o dal pre-giudizio, o dal pre-concetto della mente umana, che ignora la realtà vera ma “Coelata” dell’Alchimia, è bene chiarire che il cuore della Scienza e dell’Arte è stato, è, e sarà la CONOSCENZA, esatta, descritta come φυσικὰ καὶ μυστικά dagli antichi, molti secoli dopo studiata e rinnovellata da Sir Isaac Newton come Prisca Sapientia. Tale Conoscenza deriva precisamente dallo studio incessante dei testi migliori e dalla pratica ugualmente incessante del laboratorio alchemico (il quale, ça-va-sans-dire, nulla ha a che fare con quello chimico o fisico): questa possibilità – ovviamente di difficile accettazione per l’ignorante o il pigro o l’arrogante – giace perenne nel cuore della Natura, che la offre liberamente ad ogni essere libero dal giudizio, dal pre-giudizio, o dal pre-concetto. Questa triade costituisce l’Onestà del cercatore, nulla di più, nulla di meno.

Dico questo al solo vantaggio di chi inizia il viaggio, ma anche di coloro i quali si avventurano nel Bosco Incantato da tempo…

L’amico ‘caso’ mi ha portato a consultare – e poi studiare – un testo curioso, certo bizzarro, del quale pour-le-moment tacerò il titolo e l’autore, come in un gioco per bambini onesti – e che contiene alcune piccole perle; il testo, del 1871 –  è francese e proviene da quella terra orgogliosamente Celtica che è la Bretagna; a detta di alcuni chercheurs Francesi l’autore era piuttosto in confidenza con Fulcanelli, forse qualcosa di più che ‘en confidence‘. Certo, leggedolo e studiandolo, molte cose mostrano la base dello stile e della allure magistrale di Fulcanelli. E molto, molto altro del cammino di studi e pratica di Fulcanelli. Inizio questa piccola collana di perle con l’incipit del capitolo ‘Physique Hermètique‘. Eccone la mia traduzione:

Il Filosofo Ermetico modella le operazioni della sua opera su quelle della Natura, deve dunque prima di ogni cosa conoscere quest’ultima. Lo studio della Fisica fornisce questa conoscenza.

Dio parlò e tutto venne fatto, dice Mosé, nel libro del Genesi; … il suo racconto chiaro e preciso è quello di un uomo ispirato, di un grande Filosofo, di un vero Fisico. Se ci si allontana dai suoi dati si sragiona, e se vi si appoggia ci si trova sempre nella verità.

Nulla di più semplice della Fisica. Il suo scopo, per quanto molto composito agli occhi degli ignoranti, non ha che un solo principio, ma diviso in parti, le une più sottili delle altre. Le differenti proporzioni utilizzate nella miscela, la riunione e la combinazione delle parti più sottili con quelle che lo sono meno, formano tutti gli individui della Natura. E siccome queste combinazioni sono pressoché infinite, anche il numero dei misti è tale.

Dio è un essere eterno, una unità infinita, principio radicale di ogni cosa. … Nella Creazione fa emergere questa grande opera che aveva concepito da tutta l’eternità. Si sviluppa attraverso una estensione manifesta di sé stesso, e rende attualmente materiale questo mondo ideale, come se avesse voluto rendere palpabile l’Immagine della sua Divinità. Si tratta di ciò che Hermès ha voluto farci intendere quando dice che Dio cambia forma; che allora il mondo fu manifestato e cambiato in Luce. Sembra probabile che gli Antichi intendessero qualcosa di simile [parlando] della nascita di Pallade uscita dal cervello di Giove attraverso l’aiuto di Vulcano o della Luce. … il Creatore ha messo un così bell’ordine nella massa organica dell’Universo, in modo tale che le cose superiori sono mescolate senza confusione con quelle inferiori e divengono simili attraverso una certa analogia. Gli estremi si trovano legati molto strettamente attraverso un mezzo insensibile, o attraverso un nodo segreto di questo ammirevole operaio, in modo tale che tutto obbedisce di concerto alla direzione del moderatore supremo senza che il legame delle parti differenti possa essere rotto se non attraverso ciò che ne ha fatto l’assemblaggio. Hermès dunque aveva ragione …

Il passo, che ovviamente appare innocuo e banale, sebbene vi si adotti la consueta onesta perfidia, racchiude in sé alcuni assunti di primaria importanza per chi cerca, e che sono naturalmente identici – fatta salva la semantica – con la Tradizione vera; della quale avevo parlato, qualche mese fa, a proposito di Philalethe, qui, qui, qui e qui; ma che si ritrova anche in alcuni testi molto poco conosciuti di Sendivogius (ma che a mio avviso provengono da Sethon). Questa Tradizione, naturalmente, non ha nulla a che fare con la tradizione di cui tanto si sente parlare anche ai nostri giorni, frutto di un grave misunderstanding da parte di tanti addetti-ai-lavori, dal medioevo ai giorni nostri.

Una precisazione finale: un frammento della φυσικὰ καὶ μυστικά – che si attribuisce allo Pseudo-Democrito – recita l’insegnamento ricevuto dal Persiano Ostane:

ἡ φύσις τῇ φύσει τέρπεται, καὶ ἡ φύσις τὴν φύσιν νικᾷ, καὶ ἡ φύσις τὴν φύσιν κρατεῖ

La natura si rallegra della natura, la natura vince la natura, la natura domina la natura

Oltre la bellezza poetica evidente dell’Imago, si deve notare che questo è l’Assioma generale della Fisica fondamentale della Manifestazione, di ogni manifestazone, hinc&nunc; ed ha un esatto connotato di Scienza, con un preciso riflesso nella sperimentazione alchemica. Ritengo utile sottolineare che questa è la prima base di quella conoscenza pratica (vale a dire ‘Fisica’, nel senso antico e veritiero) che è l’Alchimia; l’ottimo Nicolas Valois lo ricorda bene a chi si abbassa a studiare il suo splendido testo. Per poi procedere con il Laboratorio, a lungo, in un processo di Studio&Pratica continua e continuata. Come purtroppo pochissimi hanno fatto, oggi come ieri.

Così è, se vi pare …