Inizio il nuovo anulus – dopo il vecchio, pesantissimo anulus – tentando di spiegare come spezzare l’anulus; gli anglosassoni, maestri di trappole azzardate ma efficaci, consigliano di formulare la New Year’s Resolution; che noi latini, comodi e paciosi, trasformiamo sempre in meno pericolosa, rassicurante sperantia. Bah … temo che se non si prende coscienza vera del fatto che un anulus fatto di ciò che chiamiamo tempo – di un tempus che non ha cittadinanza alcuna nel meccanismo maraviggioso della Creazione continua – sia il peggior errore che si possa compiere nei confronti del dovere di allineamento e di sincronizzazione con l’unico clockwork che sempre agisce: il divenire, punto e basta. Dove divenire, al di là delle solite baloccanti definizioni dei dotti salottieri d’ogni dove e credo, significa (non soltanto indica) che è indispensabile mutare. Quando? Sempre. Quanto? Tanto quanto Natura muta.
La chiave di volta degli Universi è il cambiamento, continuo, incessante, spessissimo radicale. Scopo? … nessuno. I motori nucleari delle Stelle hanno scopo? Traggono forse una qualche utilità vantaggiosa dal loro continuamente macinare Neutroni, Protoni e quant’altro nelle loro fucine che persino Efesto osserverebbe con smarrimento? Smarrito perché si accorgerebbe che Stella non macina materia per atteggiarsi a padrona del Fuoco. Efesto, Efesto, … che figura ci fai, tu che ti ergi a dio delle folgori per restituire la pariglia a Zeus, il capo? Bah … Ovviamente, dal Mito i cosiddetti saggi – che sarebbero quelli che dovrebbero pararci le amatissime posteriora dai pericoli e dalle sciagure – ci passano l’idea che uno scopo deve essere inteso – by definition, tanto scellerata quanto funesta – come controllo, che si unisce automaticamente all’ancor più vantaggioso potere. Il qual potere tutto l’orbe terraqueo – da millenni – lo ha attribuito alla classe di eletti che gubernano le varie imbarcazioni dove dimorano le varie tribù che affidano i propri destini ai capi di turno. Così, sono sempre i capi ad essere tacciati di inettitudine, incapacità, malvagità, insipienza, e tutta la carrettata di epiteti negativi che conosciamo bene. E noi? E noi che veniamo trasportati? Siamo sempre salvi: la colpa non è del singolo, non è mai mia, ma sempre del gruppo al potere in quel momento dell’anulus: il fatto è – p e r ò – che anche chi subisce il fato funesto fa parte di un gruppo, formatosi in base a: religione, politica, comunanza di idee, condivisone di credenze e scopi, e via dicendo.
Oggi, se si osserva con calma quanto accaduto nel corso del vecchio, pesantissimo anulus – lo sfigatissimo 2020, bisesto – si vede quanto surreale ed idiota sia quel che accade: grazie al nuovo deus che abbiamo eletto per acclamazione e per inetto scimmiottare una libertà di cui abbiamo dimenticato la definizione originale – il mondo dei Social. Ora, persino chi ha una qualche ragione (sia esso di qua, o di là) spara a zero con paroloni costruiti in base al ciarpame raccolto – buono e cattivo che sia – contro il nemico; così, invece di trovar soluzioni comuni e utili al divenire di Madre Natura (con cui ci dovremmo sintonizzare, somehow) e tornare ad essere Fratres (Nota: ad essere, non a dire di essere!), abbiamo creato un pout-pourry nauseabondo, flaccido, sterile, violentissimo, di opinioni, in cui – p e r ò – l’anatema contro l’altra sponda è diventato il ritornello assordante di una libertà che tale non è più, bensì la faccia spaventosa del massimo egoismo, della massima ineducazione, della massima divisione, della massima separazione, della massima frattura delle idee, del massimo spezzare il comune tessuto con cui siamo collegati; è una distruzione di ogni valore, di ogni idea, di ogni comunanza. Prima viene la mia idea, la tua fa schifo, e – prego, leggete i Social – si arriva a dire che l’inimicus – sia esso bianco o nero, saggio o stupido, grande o piccolo – ‘deve morire’. Barbarie?… no, ben oltre la barbarie siamo andati in quest’anulus vecchio: ogni posizione puzza di contrapposizione tanto per spararla più grossa, tanto per apparir ‘bravo’ (meglio: tanto per apparire, e basta), in un’orgia di stupidità e altezzoso scorno dell’altro. Fratres. Bah …
Dice: ma ‘sto pistolotto … che c’azzecca con Alchimia? Provo ad arrivarci, ma abbiate pazienza, perché oggi è il Caput anuli, e vado lento e piano.
Ad horas:
- Alchimia è una Scienza costituita per prima studiare e poi operare il modo con cui Madre Natura diviene, cambia, muta. Come detto, essendo intimamente collegata alla Materia Naturalis, non vi è alcuno scopo, soprattutto se fosse per controllare e esercitare qualsiasi forma di potere sopra qualcuno.
- Alchimia, nella sua forma antica ed originaria educa a considerare ogni essere come parte non egotica di un medesimo processo evolutivo, e conduce lo studioso e l’operativo verso una perfetta e Naturale consapevolezza del flusso in mutamento, messo in opera da Madre Natura secondo il suo progetto.
- Le modalità con cui il flusso mutante della Natura si esprime nel corso della sua azione sono semplicissime, per quanto – paragonate alla nostra scala umana – estremamente potenti; Natura, infatti, opera su una scala dove l’aggettivo enorme è del tutto insufficiente. Si parla – ed è la verità – di una Forza, in atto.
- Questa Forza, è la ‘forza forte di ogni forza’. Punto.
- Tale Forza ha un portatore (un Carrier), che ha ovviamente massa, intesa – p e r ò – come Newton scrisse enigmaticamente nel Capitolo I dei suoi Principia: lo Spirito Universale.
- Questo Spirito non ha nulla a che fare con le interpretazioni bislacche – ma soprattutto, false – proposte dallo Spiritismo e dalla Mistica e dai vari totem tribali seminati qua e là dai dotti che hanno irretito, per secoli, la nostra umanità stolida. Questo Spiritus, è detto Universale perché esiste ovunque e quandunque, e se ne frega altamente se uno ci crede o meno: esso, semplicemente, svolge il proprio compito di portatore di quella Forza di cui sopra; agisce, senza dover chiedere permesso, senza chiedere di venir adorato, senza esigere sacrifici propiziatori, o patti, o ricompense, o giuramenti. Lo Spirito Universale ‘È’. Ed ha una massa. Punto.
- Allorché lo Spirito Universale entra in un Corpo massivo (sia esso infinitesimo o gigantesco), quella ‘forza forte di ogni forza’ entra a sua volta in azione, attivando il mutamento previsto. Ma: solo per quanto reso possibile dalle condizioni fisiche, sia del corpo agito, che di quelle al contorno. Allo scopo di ospitare questo tipo di azioni, la Fisica nostra corrente, ha ideato il termine Campo, una sorta di tessuto, fatto di ordito e trama. Sarebbe utile indagare su questi due, ma non voglio annoiare.
- Il senso – non lo scopo – di ogni mutamento è quello di progressivamente pulire (purificare) la struttura intima della materia del corpo massivo in mutamento, arricchendolo al contempo sempre più di Qualità, a scapito proporzionale della Quantità del corpo stesso; lentamente, ‘suaviter, magno cum ingegno’, recita un famoso testo. In parole povere, la vita del corpo si eleva – Naturalmente – e la componente materiale necessaria al corso vitale si adegua a quanto realmente necessario all’esistenza. Questo processo sulle Qualitates e le Quantitates del corpo non richiede azioni da parte del corpo, se non quelle di accettare il proprio destino, amorevolmente agito da Madre Natura attraverso lo Spirito Universale, grazie a quella Forza da esso portata.
- La vita di ogni corpo massivo progredisce dunque verso la propria massima purificazione possibile, e verso la minima ponderalità possibile: al termine, il corpo ‘passa’ a nuova dimensione di esistenza.
Per esemplificare quanto stabilito ed agito da Madre Natura, i pochissimi alchimisti che hanno penetrato l’intimo di questi processi che avvengono in ogni materia, hanno spiegato come si possa tramutare – per esempio – il piombo in oro.
Ma, anche l’oro – ad un certo punto della sua ‘carriera’ – ‘muore’. Ma, e questo viene detto e ripetuto da tutti i testi alchemici di valore, alla ‘morte’ di qualsiasi ‘forma’ corrisponde immantinente la ‘nascita’ di una nuova ‘forma’; d’altro canto le maggiori Qualitates e le minori Quantitates necessitano di un nuovo ‘substat’. Quest’ultimo è sempre disponibile, e viene amministrato in modo provvido e mirabile da Madre Natura, senza il limite di ciò che chiamiamo spazio e di ciò che chiamiamo tempo.
La morte, dunque – intesa come annichilimento, scomparsa, annullamento – non esiste, e non c’è da aver timore. Mai. Persino al termine del lunghissimo ciclo della vita in manifestazione, il corpo – quello al massimo possibile della propria purezza, ed al minimo possibile della propria ponderalità – cessa di ex-sistere, ma passa – sembra – a qualcosa che potremmo chiamare come in-sistere: appartiene ad una dimensione fisica, ma di caratteristiche talmente semplici ed espanse che il nostro raziocinio può soltanto immaginare, forse esprimibili solo in forma poetica. La Poiesis dell’Amor che muove il Sol e l’altre Stelle.
Tornando alla mia New Years’ Resolution: in quest’ottica, appare crudo e nudo lo stridore di quanto sta accadendo all’umanità tutta, ricca o povera, bianca o nera, gialla o rossa, progredita o arretrata, sia che stia di qua o stia di là; qualcosa, a mio avviso, non torna, non funziona, non serve, non è affatto utile; leggo messaggi assurdi, leggo parole allucinanti, guardo eventi totalmente folli, ben oltre ciò che potrebbe essere imputabile ad una malattia, dove l’importanza viene data soltanto al proprio personale ‘aver ragione’. Sottolineo che questa mia percezione riguarda tanto i cosiddetti ‘cattivi’ che i cosiddetti ‘buoni’. Credo che si stia perdendo sempre più la ‘bussola’. La Stella del Nord indica in nostro Nord, ma è solo un orientamento locale, nulla di più.
Dice: … ma come, non hai fiducia nella Scienza, nella Politica, nella Religione, nell’Esoterismo di gran Classe e Patente, e tutto il variegatissimo resto che popola il mondo affaticato? Rispondo, a c c o r a t i s s i m o: nessuna.
L’uomo ha già compiuto, nei secoli precedenti, le stesse atroci scelte di separazione, distruzione dell’altro: e gli storici – i cronachisti dello scempio compiuto dai nostri predecessori – hanno sempre trovato una qualche ragione che desse conto degli stermini, delle violenze, dei soprusi, degli abomini, dei confronti accaduti: la ragion di stato, la ragione del progresso scientifico, la ragione della mia religione contro la tua, la ragione del più forte rispetto al debole, la ragione dell’io sono meglio di te. E giù tutto il carrozzone …
Confesso di esser stanco. Molto stanco di dover accettare altri scempi. Altre separazioni, altre azioni nefande. Altre cose in stridentissimo contrasto con Madre Natura.
Persino tra chi studia e pratica Alchimia percepisco posture lontane dall’etica Naturale. Non parliamo poi della Fratellanza.
Ergo, anche per motivi spicci che attengono al mio pezzetto di percorso del ciclo, proverò a preparare meglio la mia valigia: leggera e piena di cose che spero utili al passaggio a Nord Ovest, verso nuovi mari e nuove terre: ci vorrà qualche tempo, e molta forza. E molto Amore.
Mi auguro di trovar o ritrovar compagni, Fratres, in questo percorso. Chissà. Ho avuto l’immensa fortuna di poter studiare Madre Natura, e di poter vedere, at last, il cuore pulsante di quello Spirito Universale, in atto; in un modestissimo laboratorio alchemico. Ho pianto di gioia. Il richiamo verso Casa è irresistibile, perché – purtroppo – non siamo riusciti a custodire la nostra casa. Per cambiare, servono azioni concrete, fatte con le mani e con il cuore, non parole. Il rumore agghiacciante delle parole – e dei pensieri d’ogni sorta che anneriscono l’aere e le anime di ogni vivente su Terra – è oltre ogni soglia di decenza, a mio avviso: il nostro prossimo futuro è mettere il naso fuori dal nostro Sistema Solare, per abbracciare chi è già ‘passato’, e chi non conosciamo. Vi saranno pericoli, senza dubbio, perché la nostra etica non corrisponde alla scala dell’Etica posta in atto ogni istante da Madre Natura: ma non importa. Spero solo che qualcuno – con il suo modo ed il suo tempo – non perda mai l’occasione di incontrare la Dama del Bosco, la nostra Diana; e di seguirla con fiducia e semplicità d’animo, con immensa disponibilità al cambiamento. Occorre cambiar vita nel nostro fuori e nel nostro dentro. Nei fatti, e non più con le solite parole. C’è ben altro nel Bosco di quello che ci hanno raccontato. Molto di più, ben più maraviggioso, molto più Fraterno, molto più Amorevole, molto più di chi parla di fratellanza e di amore.
Alchimia è meravigliosa, ma anch’essa è stata usata talvolta per imporre regole di accesso e di credo e di controllo. Me ne dispiace.
Conoscere è il nostro destino, e praticare quel Conoscere per esser più Fratres e più Innamorati è un dovere.
Come mio piccolissimo dono augurale per questo Caput Anulis, vi invito a viaggiare con gli occhi e con un pizzico di fantasia lungo un pezzettino della nostra galassia, la Via Lactea; si tratta di una rappresentazione elaborata su scansioni tridimensionali di solo una fetta della nostra Galassia, dove ogni ‘puntino’ luminoso è una Stella, di cui gli astronomi hanno potuto – uno per uno – dare le tre coordinate. QUI, scaricate, se volete, l’intero file-immagine (è grossetto: 58.15 Mb), e riportatelo alla sua dimensione naturale (8000x4000px).
Poi guadate, osservate, scorrete con il mouse: ci sono 1.811.709.771 Stelle, con 14.099 Sistemi Solari, non è una rappresentazione al computer, è una foto dell’esistente, di materia in evoluzione; è il panorama che si offre alla vista fuori dalla nostra finestra. Scorrete, pian piano, e apprezzate quanto è spropositatamente immensa la Creazione; rendetevi conto di come questa Creazione, pur locale, è in corso mentre la guardiamo. Tutto si muove, tutto cambia (il nostro sistema Solare, piccolo piccolo piccolo, e in una posizione periferica in uno dei bracci della Via Lactea, ruota attorno al centro della galassia con una accelerazione di circa 7mm al secondo, che – se non vado errato – equivale a circa 220,752 km in un nostro anulus …).
Riflettete, poi, che quel panorama è un pezzetto della nostra galassia, la quale è una minuzia piccola piccola piccola del nostro Universo.
E noi, che fatti non fummo a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza … ancora siamo qui a dire quanto si sbagli l’altro. Con balanzonici distinguo.
Non sarà che ci stiamo sbagliando, tutti?