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JWST 1 – Preambolo, pre-ambulatorio …

Posted in Alchemy, Alchemy Texts, Alchimia, Alchimie, Philosophia Naturalis, Uncategorized, Various Stuff with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on Sunday, September 3, 2023 by Captain NEMO

25 Dicembre, 2021 – Kourou, Guiana Francese, 12:20 GMT.

Su un vettore Ariadne 5 l’European Space Agency (ESA) lancia il James Webb Space Telescope (JWST), con la missione di esplorare lo spazio profondo. La sua destinazione è un punto preciso dello spazio, chiamato Sun-Earth Lagrange Point 2 (L2), a circa1.5 milioni di kilometri da Terra. Il Punto Lagrangiano L2 è uno dei 3 punti – identificati da Joseph-Louis Lagrange, geniale matematico del XVIII secolo – in cui l’attrazione sia di Sol che di Terra permette ad un terzo corpo (JWST) di orbitare intorno a Sol e Terra in una posizione meta-stabile[1] che possa assicurare al JWST di A) rimanere sempre al di fuori dall’ombra di Sol e di quella di Terra, B) mantenere costante l’allineamento SolTerra-JWST (faccia calda del JWST, a 88°C; faccia fredda del JSWT, a -233°C), C) proteggere la faccia fredda del JWST dalla radiazione luminosa e calorica proveniente dal Sol, Luna, e Terra.

[dice: “… ma che c’entra Alchimia?”]

Per percorrere l’orbita assegnata JWST impiega circa sei mesi, grazie alle attrazioni gravitazionali combinate di Sol e Terra; ecco una ricostruzione dell’orbita del telescopio, che credo utile e fonte di riflessioni (per i pochissimi curiosi):

[dice: “… ma che c’entra Alchimia?”]

JSWT opera con uno specchio di Berillio-Oro che raccoglie Fotoni puntati nella direzione prescelta dal Centro di Controllo di Terra che comunica H24/7D con gli strumenti alloggiati sulla faccia calda del Satellite.

JSWT raccoglie dati sull’universo elaborando lo Spettro della Radiazione Infrarossa (IR), quella cioè a Lunghezza d’Onda (WL) lunga (la WL si riferisce alla distanza tra due apici o due ventri dell’Onda in osservazione): la missione di JWST è quella di osservare una gamma di frequenze che va dalla lunga WL dello Spettro VisibileRosso – al Medio Infrarosso (0,6 – 28,3 μm, dove μm sta per micrometro e indica 1 milionesimo di metro).  I dati, pre-elaborati da uno spettrometro e da un sistema di Imaging installati a bordo, vengono poi trasmessi a Terra al Deep Space Network (DSN), basato su tre antenne in Australia, Spagna e California.

Ciò detto a mo’ di Inception, passo a mostrare ciò che è arrivato al DSN pochi giorni fa:

A parte la bellezza mozzafiato, il fatto è che – ce lo hanno spiegato i vari astronomi ed astrofici legati al Progetto JWST – [dice: “… ma che c’entra Alchimia?”] – questa immagine fissa una “culla di giovani stelle”: si tratta di una zona di Spazio in cui si ritiene – ad oggi – sia ospitata una delle regioni più vicine a Terra in cui si ‘formano’ le stelle; si trova in Rho Ophiuchi, un complesso di nubi galattiche complesse; questa sorta di ‘star-nursery’ dista da Terra ca. 390 anni-luce. Tanto per annoiare, credo valga la pena ricordare che

1 anno-luce = ca. 9.460.730.472.580,8km

che si pronuncia come ca. 9.461 miliardi di kilometri. Per cui, tanto per annoiare una ‘nticchia in più … questa immagine dipinge una nursery di stelle che dista da tutti noi all’incirca 3.689.684.884.306.500,8km, che si pronuncia come ca. 3.689.684 miliardi di km. (ehm … scusate, colpo di tosse!).

[dice: “… ma che c’entra Alchimia?”]

Questa trasmissione è stata catturata ed elaborata da JWST tra Marzo e Aprile scorsi, e ci mostra come sono nate una cinquantina di Stelle in quella piccolissima zona di Ophiucus … ciò che ha – letteralmente – ‘colpito’ gli specchi di JWST sono Fotoni; viaggiando alla velocità della luce, hanno attraversato quella distanza di cui sopra in poco meno di quattro secoli del nostro ‘tempo’.

[Apro una Parente … : … visto quella stella che ‘rompe’ il suo guscio di materia proto-stellare? … sembra una replica di un piccolo, locale, “Fiat Lux“; il Chaos oscuro si apre, e mostra la Lux interna della coltre del Chaos, illuminata da Lux! … chiudo la Parente.]

Come si sa, dunque, (e, come tutti, ci scansiamo immediatamente da quel ‘sapere‘ …) è che questa immagine mozzafiato, bellissima, poetica, racconta di qualcosa che è accaduto, laggiù, … quattro secoli fa!

Uno potrebbe domandarsi: ed … ora … cosa c’è laggiù?

Risposta: non lo sappiamo, e nessuno degli 8 e passa miliardi di compagni-di-viaggio del nostro magnifico pianeta-prigione-che-stiamo-devastando – in questo esatto momento, mentre leggiamo – può sapere nulla-di-nulla in proposito. Vista la distanza, pur vicina in termini galattici, se anche attendessimo un altro secolo per sviluppare altra tecnologia d’osservazione, senza dubbio più raffinata ed efficiente, i nostri posteri (no, noi non ci saremo) dovranno in ogni caso attendere altri quattro secoli per … avere un’altra foto di quella minuscola zona di Spazio.

La Materia in quella zona, qualsiasi aspetto di materia ‘vesta’ … in cinque secoli sarà semplicemente ‘mutata’. Potrebbe essere evoluta in nuove galassie, sistemi planetari, essere stata mangiata e divelta in pezzettoni da uno scontro di galassie bibliche, essere collassata in qualche Black Hole (l’Universo ne è pieno!), o quel che volete. Di certo quest’immagine meravigliosa … sarà ‘mutata’.

Lo chiamano: ‘DIVENIRE’.

[dice: “… ma che c’entra Alchimia?”]

Ora, alcune brevi considerazioni:

  1. La possibilità per JWST di poter ‘vedere’ su distanze così grandi (i.e., 390 anni-luce) è data da un evento previsto/descritto da Einstein nella sua Teoria della Relatività Generale: si tratta della famosa Lente Gravitazionale, che si verifica (in particolari condizioni) – grazie alle Masse che intercorrono tra osservatore (JWST) e Oggetto osservato (Ro Ophiuchi) – quando il Campo Gravitazionale (tra JWST e Ro Ophiuchi) genera una deformazione del tessuto dello Spazio-Tempo; per usare un esempio popolare: prendete un pezzo di carta, e mettete “JWST” nella zona dell’angolo basso sx del foglio, e “Ro Ophiuchi” nella zona dell’angolo alto dx del foglio; unite con un pennarello i due punti (quella sarebbe la traiettoria lineare che descrive la distanza fisica tra i due punti); ora, se il Campo Gravitazionale fosse abbastanza sostanzioso in termini di grandezza (cioè se le Masse presenti tra loro interagenti [gravitazionalmente] lungo la traiettorie fossero significativamente massive, e varie altre amenità), allora il foglio si deformerebbe/piegherebbe – lungo la direzione perpendicolare alla traiettoria disegnata – sotto l’effetto del Campo Gravitazionale risultante; i due punti “JWST” e “Ro Ophiuchi” ora sono molto vicini, e quindi “Ro Ophiuchiappare come ingrandito per “JWST” … lo Spazio-Tempo si è deformato/piegato, e da “JWST” – come per effetto di una potente lente –  “Ro-Ophiuchiappare più vicino; in soldoni, pur sempre difficilotti da afferrare, è come se i Fotoni che viaggiano da “Ro Ophiuchi” a “JWST” venissero in qualche modo accelerati (MA, attenzione, NON è completamente vero!) dalle varie ‘buche-gravitazionali‘ (dove giacciono i corpi massivi di cui sopra), perché per ogni buca ‘sorvolata’ dai Fotoni in transito lo Spazio-Tempo circostante ogni singola buca, si deforma/piega un po’ … il viaggio sembra diventare, insomma, più breve!
  2. Va detto, che questo è un banale ed orrendo escamotage esemplificativo, estremamene grossolano e non proprio oggettivamente veritiero: ma fa il suo lavoro per spiegare cos’è ‘sta benedetta Lente Gravitazionale. La sostanza è che – secondo quel che disse Einstein – la Gravità deforma/piega il tessuto[2] dello Spazio-Tempo. Comunque sia, la Lente Gravitazionale NON accorcia la distanza che i Fotoni debbono percorrere nel loro viaggio da “Ro Ophiuchi” a “JWST: è solo l’immagine che raggiunge lo Specchio di JWST che appare ingrandita nonostante la piccolezza della zono osservata; si tratta, insomma, di un effetto virtuale, nulla di più (fra l’altro, come tutte le lenti, l’effetto della Lente Gravitazionale deforma l’immagine stessa, che può presentare aloni, curvature dei bordi, sfocature e via dicendo; alcuni filtri software possono oggi aggiustare l’immagine, ma essa resta un’informazione – pur magnifica – virtuale).
  3. Le immagini elaborate da JWST provengono da rilevazioni nello spettro dello IR e al di là dell’IR; ciò significa che – se noi fossimo in questo preciso momento là, vicino a Ro Ophiuchi – NON vedremmo ciò che l’analisi spettrale ha ricostruito ed elaborato; lo spettro del visibile di noi Umani (con Lunghezza d’Onda λ compresa tra 390nm e 700nm) non rileverebbe ciò che vediamo nelle foto di JWST, ma vedremmo/osserveremmo altro (cosa, non ci è dato sapere…). Questa scelta da parte del Team JSWT è dovuta al fatto che la rivelazione di Lunghezze d’Onda appartenenti all’IR ed oltre ci permette di rilevare/osservare zone spaziali del Cosmo che hanno una “età” fino a oltre 13,5 miliardi di anni: così si potrà disporre di dati base con i quali poter esaminare la nascita delle prime stelle e delle prime galassie apparse nell’Universo primordiale. Il che non né poco, né banale. Quando la luce è emessa da un oggetto che si allontana, la Lunghezza d’Onda che riceviamo è più lunga rispetto a quella emessa, e si dice che è spostata ‘verso il rosso’, cioè la zona che corrisponde all’estremo inferiore dello Spettro del Visibile: questo è il RedShift. Il RedShift cosmologico, tuttavia, non è dovuto all’eventuale ‘allontanamento’ fisico di un oggetto da noi (Stella, Galassia, Cluster), quanto al fatto che il tessuto (meglio: il Volume del tessuto) dello Spazio-Tempo si dilata, si espande … il che deve far riflettere. E non poco, dato che in Creazione il tempo assoluto … NON esiste.
  4. È del tutto comprensibile che i giornalisti ed i divulgatori abbiano dato il risalto che merita a questa straordinaria immagine; però qualcuno è arrivato ad usare espressioni iperboliche: “… un vero e proprio viaggio nel tempo”, e via dicendo … il che, evidentemente. non è affatto corretto, in alcun senso; nessuno ha viaggiato nel tempo, né tantomeno il JWST. Chi ha viaggiato sono stati i Fotoni, i quali – è bene ricordarlo, A) hanno viaggiato attraverso uno Spazio, e B) … ancora viaggiano, e sempre viaggeranno, portando con loro le informazioni che saranno sempre ‘vecchie’ di quattro secoli. Non intendo minimamente denigrare l’eccelso lavoro compiuto dal fantastico Team di ricercatori, anzi. Ma, mi chiedo, perché non indirizzare ogni tanto l’attenzione di noi spettatori di questo meraviglioso Film epocale e galattico sul vero protagonista … del viaggio?

Cos’è il Fotone? … sarebbe importante presentarlo al pubblico, e pure ai bambini. Perché, senza il Fotone … non sapremmo nulla di nulla, non soltanto dell’incredibile ‘nascita’ di una proto-Stella, ma anche di molto, molto altro: l’Informazione.

Già, perché in assenza di informazioni l’Universo tutto, tutto il nostro Universo, (ma anche gli altri) non potrebbe sussistere (l’avevo detto già somewhere, over the rainbow: … sub-sistere).

Ciò che chiamiamo Fotone, che ci pare sempre un termine fantascientifico, è il Carrier, il portatore di Lux, della Forma della Lux. Vorrei sottolinea due cose:

La prima: tutti sanno che il Fotone ha a che fare con la ‘luce’, senza ‘sta ‘luce’ non potremmo leggere un libro di notte. E ciò basta a tutti, per ritornare bellamente a ciò che stavamo facendo, no? Eppure, direbbe qualcuno; eppure

Rileggetevi, se vi va, la piccola explicatio fornita da Richard Feynman nel Post precedente: l’irrispettoso genio della Fisica nel 1983 osò affermare nel suo QUED (ma lo ripeterà in molte sue comunicazioni, sia semplici che complesse) che – per ‘lui’ – ‘luce’ è “… all of that…”: ‘ tutto ciò’ è ‘luce’. … E cos’è quel ‘ciò’? … lo ha scritto, detto e ripetuto, centinaia di volte, ma lo ha fatto in modo che a Napoli chiameremmo accuorto: l’intera scala delle Frequenze di ‘luce’. Brividino? Ora, quali sono i limiti di una Frequenza di una radiazione?? Facile ed intuitivo: teoricamente, da 0 a ∞; più praticamente, un tantino più grande di 0 ed un pochino più piccolo di ∞. Brividuccio? … insomma, è la Radiazione. La quale secondo Louis de Broglie ha – lo sappiamo tutti – una doppia natura: Corpo e Onda! … Se quell’altro genio assoluto (ma ben più pacato di Feynman) della Fisica del Prince de Broglie (Nobel 1929) ha aperto un baratro nella nostra inutile Logica, … comincia a venire in ‘luce’ cosa implicano le due trovate dei due Fisici? Feynman (Nobel 1965) e de Broglie hanno gettato non un sassolino nello stagno, ma hanno aperto uno squarcio su come funziona l’Universo. Esso Universo vuoto non è (non potrebbe mai esserlo, non soltanto per le considerazioni Filosofiche di Cardano: ‘Vacuum non Datur’), bensì è pieno zeppo di una radiazione di doppia natura, ovviamente quantizzata, in Moto perenne, trasportante Informazioni: LUX. In assenza di LUX, non v’è Materia, alcuna. Non ci sarebbero ‘corpi’: non ‘sussisterebbero’, non possono ‘sussistere’. Non ci sarebbero ‘corpi’ nell’Universo; ergo, neanche nei crogioli degli alchimisti.

[dice: “… aaahhh, … ecco l’Alchimia!”]

Vedo già i soliti gnoti ed ignoti che cominciano a muoversi sui loro sedili, improvvisamente leggermente più scomodi: “… ma, … insomma … lei ha le prove?”, “… ma come fa a dirlo?”, “… lei vuole fantasticare!”, “… ma è una balla, dai!”.

Alla mia età, non mi importa proprio di discutere sui ‘ma’; mi piacerebbe però iniziare ad osservare e partecipare, assieme, ad un radicale cambiamento: prima del punto di vista sul senso di ciò che chiamiamo, tutti, ‘vivere’; poi, scorgere pian piano dei mutamenti via via più profondi nella pratica del ‘vivere-di-ogni-giorno’ e del – assiemepro-gredire: per come ho camminato, vi racconto ciò che ho trovato, studiato e praticato. Poi, ognuno ci farà quel che vuole …

Posso solo sorridere, felice. Tutto qui.

Tutto l’Universo è stato immerso, è immerso, sarà immerso in un flusso, un mare di portata letteralmente ‘Universale’ – oh, meravigliosa Dama Alchimia! – di provvidi ed amorevoli, ed indispensabili, e nutrienti ‘corpuscoli-ondine’ che abbiamo inteso chiamare Fotoni (i.e., particelle di Fuoco).

Tutti i ‘corpi’ sussistono, esistono e divengono grazie a questi graziosi ‘corpuscoli-ondine’  (carriers, portatori di un bouquet di Grazie, non di una sola Grazia!).

L’interazione dei Fotoni con un ‘corpo’ ha due modalità, in funzione dell’angolo d’incidenza del flusso: A) l’urto, il rimbalzo (in gergo: lo Scattering), che i nostri organi ‘vedono’ come ‘colore’; B) la penetrazione, che i nostri organi non sono in grado di rilevare.

Nel caso A), parte della frequenza dei Fotoni interagenti con il ‘corpo’ viene – come sommatoria ∑ di Frequenze – assorbita dal ‘corpo’ sotto forma di Informazione (sotto forma di radiazione, ondine); la parte di frequenza non assorbibile viene restituita – da parte del ‘corpo’ come una nuova frequenza di doppia natura (corpuscoli-ondine), che i nostri organi percepiscono e decodificano come ‘colore’.

Nel caso B), il Fotone/i Fotoni penetrante/i penetra, entra all’interno del ‘corpo’ sotto forma di radiazione (ondine), e – passando l’Informazione trasportata – alterano il corpo (come un’Energia’; pur minima, infinitesima, ma ‘Energia’ (nelle diverse declinazioni, come previsto dal Piano Naturale). “La somma fa il totale”.

Tutte le Informazioni eventualmente passate ad un ‘corpo’ vengono immagazzinate nella struttura interna, intima, del ‘corpo’: sotto forma di Frequenze, esse sono sempre accessibili dalla intelligenza (c’è chi la chiama ‘coscienza’, ‘cum+scientia’, ‘sapere assieme’) del ‘corpo’ stesso. Nei ‘corpi’ più semplici – vale a dire quelli che hanno subito meno specificazioni nel loro Divenire – tale accesso è quasi immediato, non complesso, bensì del tutto Naturale; nei corpi lontani dalla loro origine (l’entrata in Manifestazione), tale accesso richiede un lavoro estremamente difficile, lunghissimo; non basta una vita per un essere umano. Ecco il motivo per cui in Alchimia operativa (lascio da parte quella cosiddetta Spirituale e Simbolica, che perciò non hanno alcuna utilità reale) si parla della Reincrudazione della Materia come necessaria, indispensabile.

Per attuare una qualsivoglia Reincrudazione è necessario disporre di una sorta di Antenna (ricevente e trasmittente); tale ‘corpo’ molto particolare ha la Forma e la Struttura di ciò che gli Alchimisti seri (nei secoli, pochi; davvero pochi) hanno chiamato Sal. “Hinc sunt Leones”, però … perché è facilissimo cadere nella trappola e restarci, incoscienti, per anni, anni, e anni. Sia come sia, in mancanza della esatta comprensione della modalità ‘Sal’ …. Nessuna Reincrudazione vera accade; accade invece un simulacro della reincrudazione: del tutto inutile.

In questo scenario, dovrebbe balzare all’occhio ed al Cuore del navigante che …

siamo praticamente fottuti!

In effetti, lo dico da anni, e certo non per primo (Paolo docet, per esempio) noi tutti siamo in una prigione; dorata, magnifica, ma una prigione; uscirne si può, talvolta, ma occorre un esprit libero da tutti i “credo”, siano essi filosofici, scientifici, religiosi, e via dicendo. Un ‘credo’ è un tappo invalicabile, non frantumabile, nemmeno con l’esplosivo.

Se siamo in prigione, un motivo c’è; senza dubbio alcuno.

E se esiste un tappo di tali fattezze, … beh, temo sia molto consigliabile liberarsi, una volta per tutte, di qualsivoglia ‘credo’.

Ma, ovviamente, si sente già ululare … : ”Ma… insomma … non sono libero di ‘credere’?

A mio avviso, la Libertà è Universale, ed il ‘credere’, ogni ‘credere’, è Locale.

Poi, … ognuno si comporta come vuole, no? Chi sono io per dirti in cosa ‘credere’?

Quindi, per tornare alla stupenda e commovente immagine che dà conto della nascita delle proto-stelle in un remotissimo e piccolissimo spazio del nostro Universo, noi tutti – in prigione – siamo investiti da un continuo flusso di corpuscoli-ondine, visibili e non visibili; essi/esse sono Carrier di vagoni di informazioni, ma sotto forma di energia quantizzata. Altro che likes e amenità varie … riceviamo sempre e tutto. Il problema è che noi umani non siamo capaci 1) di rendercene conto, 2) come decodificare, accedendovi, quelle informazioni. Per fortuna, le Materie alchemiche nei crogioli, … sanno come e cosa fare!

Non ci credete? … benissimo; torno a sorseggiare il mio caffé , fumando la mia vecchia Peterson.

Sia come sia, ammesso che ci si renda finalmente conto che la prigione esiste, e che rendersene conto non è un’elegante espressione retorica (cioè buona per gli allocchi; anzi, visto che esistono gli allocchi (vale a dire: ‘noi’, quelli che si sono accorti delle sbarre della comoda cella), è meglio afferrare tutto ciò che si riesce a trovare, rubare, inventare, in barba ai nostri simili e in barba alla grandezza di Madre Natura), a ‘noi allocchi’ più che protestare, disperati, occorre ‘fare’; ‘fare’ per uscire; augurandoci di non comportarci poi – come Paolo avvertiva e ammoniva – come quelli che una volta fortunosamente usciti, entrano subito nel famoso Supermercato, quello con somma arguzia posto proprio due metri dopo il buco d’uscita; pieno letteralmente di ogni ‘ben di Dio’, e per di più esposti con il cartello ‘È Tutto Gratis!, riempite il carrello e recatevi al Check Out!| comprano le cose meravigliose più disparate … e rientrano di corsa in prigione, così da aver ancora maggior potere sugli ‘allocchi’.  Qualsiasi veste indossi, l’uomo è sempre uguale a se stesso …

Per avviarmi alla conclusione di questo primo spunto ‘fotonico’, riporto ciò che vien detto in un trattato a me molto caro: Récréations Hermétiques, ai ff.1-2 …

Les éléments ont un Centrum Centri que tous les yeux ne peuvent apercevoir; et ils ont de plus un Centre Commune dont les prétendus savants n’osent approcher, crainte de dévoiler leur turpitude (La lumière).

Cette chaleur caustique accompagnée de la lumière que l’on appelle communément feu, nest pas l’élément de ce nom, dont les Sages ont voulu parler. On prend en cette circonstance les effets pour la cause, et on va plus loin que les Rhéteurs, qui prennent au moins la partie pour le tout.

Le feu est un fluide éminemment subtil, procédant directement de la lumière que l’on nomme, tantôt électrique, tantôt Galvanique ou Magnétique &c, suivant ses diverses modifications, ou plutôt c’est la lumière elle-même dérivée de sa source et dont elle demeure détachée. Il n’est ni froid ni chaud, et la chaleur ou le froid ne sont point des corps …

La Lumière, principe de vie et de mouvement peut être considérée comme l’acte unique de la création ; tout le reste n’en est que la conséquence.”.

A titolo di mero spunto di riflessione, riporto qui un frammento del mio commento, relativo al brano di cui sopra:

Tutti gli Elementi hanno un Centro nascosto (il Centrum Centri) ed un Centro di comune origine: quest’ultimo è ciò che chiamiamo Luce.

La Luce – quella Luce originaria – si evidenzia nell’Elemento Fuoco, che nulla ha a che fare evidentemente con il fuoco che sperimentiamo comunemente nella nostra vita, essendo questo soltanto il fenomeno esteriore dell’azione da parte del Principio Luce. Questa doppia caratteristica della Luce (luce e fuoco), che curiosamente trova il suo contraltare, un vero e proprio specchietto per le allodole, nella doppia natura corpuscolare ed ondulatoria del fotone della Fisica moderna, è in realtà un’unica cosa: Luce. Secondo l’autore, quando la Luce è distaccata dal suo focolare di nascita essa assume la veste dell’Elemento Fuoco. Val la pena di notare che, a scanso di trappole mistiche o di spunti interpretativi misteriosi, l’autore non dice dove sia questo focolare originario: se ne deve dedurre, dunque, che tale localizzazione semplicemente non esista. Per difficile che possa sembrare per la nostra logica, la cosa è molto semplice: la Luce di cui parla l’autore non è soggetta alla limitazione tipica di ogni manifestazione costituita dallo spazio e dal tempo, ma continuamente ’è’, lungo ogni dove e durante ogni quando. La Luce originaria ed originante è l’agente unico, senza spazio e senza tempo, che agisce la manifestazione, ogni manifestazione: l’agire della Luce si trasforma nell’atto della Creazione, che è priva di un prima e di un dopo comprensibili secondo modelli umani. Essa è intesa come l’evento primario da parte di Madre Natura in un divenire che ha le caratteristiche di un continuum puro, privo cioè delle specificazioni di luogo e di durata e di ogni attributo di logica, etica, desiderio o scopo. Queste specificazioni e questi attributi sono puntelli imprescindibili per la nostra razionalità, indispensabili per noi esseri umani per sopravvivere nella nostra manifestazione, ma del tutto inesistenti, anche perché affatto necessari, nel grande Progetto Naturale della Creazione.”, in Commento, da Anonimo, Récréations Hermétiques, Edizioni Lulu, 2011.

Auguro a chi volesse partecipare a questo cambiamento ogni serenità nella riflessione, che possa preludere al ‘fare’, in cerca di Libertà luminosa; non necessariamente quello alchemico, ci mancherebbe; ma quello di tutti i giorni, il proprio, quello personale. Quello intimo.

Senza cambiamento nelle azioni e senza Libertà dai legacci vari … difficile sarà riuscire a camminare.

Alla prossima! …

Ooooooops … dimenticavo: l’anonimo autore delle Récréations Hermétiques, aggiunge un chicca, che merita di essere assaporata, perché è davvero squisita: “… l’Univers signifiant l’unité retorurnée ou renversés …“.

SIMULARE EST MEUM



[1] I Punti Lagrangiani sono dati dalle 5 Soluzioni fornite da Eulero e Lagrange al famoso ‘problema dei tre corpi’ della Meccanica Analitica (vale a dire: trovare le orbite di tre corpi che si attraggono reciprocamente sotto la legge di Gravitazione Universale, usata da Newton), su cui non mi dilungherò qui.; i 3 punti (L1, L2, L3) sono meta-stabili e giacciono sempre sulla medesima linea di congiunzione, e necessitano di piccoli aggiustamenti (JWST corregge la sua posizione in modo fine grazie a micro razzi auto-orientanti, come anche grazie ad istruzioni comunicate dal Centro di Controllo), mentre 2 punti (L4 e L5) sono stabili, ed – essendo in posizione triangolare – non richiedono aggiustamenti, ma non garantiscono al corpo lì orbitante di essere sempre al di fuori dei coni d’ombra di Sol e Terra.

[2] Come per il foglio – che nell’esempio è ovviamente bi-dimensionale – anche il tessuto è bi-dimensionale, con tante buche&buchette a seconda della Massa del corpo che occupa la sua posizione individuale nello Spazio (non nel Tempo, per il semplice motivo che il Tempo assoluto NON esiste in Creazione). Però chi legge dovrebbe ALMENO fare lo sforzo di immaginare un VOLUME (tri-dimensionale, e NON una Superfice) che viene deformato/piegato. “Facile non è …” direbbe Yoda, ma così la cosa andrebbe descritta. Ma vi sono ALTRE complicanze, di cui – per non render troppo noiosa la lettura – tralascio di parlare.