Natale


Arriva la notte più dolce di ogni anno: si dice che è Natale e stringe il cuore il ricordo incantato della piccola processione familiare che improvvisamente si snodava lungo le stanze di casa, cantando tutti assieme – con qualche lacrima, mano nella mano, una candela nella mano di mio fratello più piccolo – Tu scendi dalle Stelle; a mezzanotte, qualunque cosa si stesse facendo, mio padre guidava i nostri passi verso il presepe, dove – sotto la Stella – si posava il Bambino Divino sulla greppia, tra Maria adorante ed il forte Giuseppe, attorniati dal bue e l’asinello: sopra, appuntati con uno spillo, due Angioletti proclamavano la Gioia del miracolo del mondo, il ‘Gloria in Excelsis“.

Oggi, mi manca molto tutto questo e spero tanto che si possano ancora percorrere – magari separati, ma pur sempre assieme – quei pochi semplici passi da bambini, in cammino verso la meraviglia, lo stupore, affidandosi a quell’ineffabile e continuo miracolo, sentimenti sentiti e donati dal dentro, dall’interno luminoso di ogni animo: lo Spirito Divino, che gli alchimisti hanno sempre chiamato Spirito Universale, scende su questo nostro mondo, sempre povero e sempre smarrito, in un atto d’Amore che sempre dimentichiamo, e che mai viene percepito nella sua presenza straordinaria.

Eppure, pur conoscendo nei minimi dettagli la storia del Natale, nessuno pensa che il senso che aleggia in questo racconto sia lo stesso che rende possibile e tangibile l’Opera del Filosofo della Natura, alla ricerca del Mistero della Madre. Un miracolo, quello del Natale, cui si crede per mille ragioni; ma se si parla di quello dell’Alchimia, lo scetticismo, subito, impedisce di acconsentire a quel ‘crede mihi‘ che talvolta emerge in qualche testo antico dell’Arte.

Ma il miracolo più incomprensibile, pur verissimo e perenne, avviene nove mesi prima, quando l’Angelo Gabriele rassicura la Vergine con queste parole:

…et respondens angelus dixit ei Spiritus Sanctus superveniet in te et virtus Altissimi obumbrabit tibi ideoque et quod nascetur sanctum vocabitur Filius Dei.

Beato Angelico - Annunciazione, ca. 1430 - Madrid, Museo del Prado

Beato Angelico - Annunciazione, ca. 1430 - Madrid, Museo del Prado

Sembra ormai una cosa trascurabile, eppure quelle parole – superveniet e obumbrabit – sono forse il punto più alto e più semplice; è un intervento Celeste, segnato dal Divino, che proviene dall’esterno di questo mondo, ciò che rende possibile la nascita: e tale nascita, quella nascita, è per questa ragione l’unica vera chiave per liberarsi dalla prigione.

E tutti sappiamo come, a Natale, sia importante ‘essere buoni’. Ma, in realtà, occorre esserlo sempre, senza mai attendersi per forza una ricompensa. Altrimenti, che senso avrebbe cantare “Tu scendi dalle Stelle?

Auguro a tutti di vivere un dolce Natale,

pieno di serenità e Amore…senza dimenticare il Cielo, nostra provenienza e nostra destinazione.

14 Responses to “Natale”

  1. Buon Natale a lei, Capitano.

    E che il Cielo, gentile, la aiuti ancora e ancora.

    Pandora

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  2. Un augurio scritto in uno stile lirico e meraviglioso, come sempre. Le sue parole hanno il potere – e non solo in questo caso – di far vibrare qualche corda riposta.
    Esse sono il frutto di un Fuoco segreto, interiore.

    Ricambio l’augurio nella speranza di un aiuto provvidenziale in questi anni forse drammatici che sembrano preludere alla fine imminente di un ciclo.

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  3. Gentile Capitano

    Non osavo scriverle, in quanto mi sento così impreparato a dire qualsiasi cosa in questo Suo Blog.
    Ma alla fine ha vinto il coraggio, per ringraziarLa davvero tanto per ciò che scrive.
    E anche se la mia impreparazione nel comprendere i Suoi scritti è grande, comunque piano piano continuo nello studio.
    Ciò che ha scritto in questo Suo ultimo post, mi ha riportato per qualche istante a quando ero bambino e all’emozione del Natale e come dice Lei a quella meraviglia e a quello stupore che mi mancano tanto.

    Le auguro un sereno Natale

    Pollicino

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  4. Caro Capitano,
    Anche a me mancano, anche a me, fa freddo ma ho il cuore caldo caldo, con un pò di commozione e tanta speranza, le auguro propio un bel Natale…

    Auguri di Buon Natale anche a tutti gli ospiti.

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  5. Caro Capitano,

    Auguri di Buon Natale. Bello che abbia scelto ‘Tu scendi dalle stelle’, che viene dal napoletano settecenteso ‘Quanno nascette Ninno’, e che riecheggia anche in una delle Pastorali del Messia di Haendel… nascett’ a na miniera… e scura… Ninno mio sapuritiello… da ascoltare ogni parola…

    Buon Natale, ancora e ancora…

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  6. Mon Captain,

    a Natale torniamo tutti a essere i bambini che siamo sempre stati, e che troppo spesso dimentichiamo di essere. Ma è una dimenticanza indotta, voluta, perseguita a nostra insaputa o, nel peggiore dei casi, con la nostra connivenza.

    Non è tutta colpa nostra; forse avremmo potuto avere in sorte un demiurgo migliore, ma ci è toccato questo, un po’ pecione e, come si suol dire, a chi tocca…

    A Natale torniamo bambini perché è tempo di miracoli. Che per definizione sono incomprensibili, e quindi occorre essere bambini per vederli, ma una volta visti non si scordano più. Di questi tempi torniamo bambini perché questo tempo ci rievoca il senso del mistero, dello stupore, della meraviglia; è un evento e una ricorrenza cosmica.

    Questo Tempo è Chronos-Saturno che insedia nuovamente nella nostra materia, vile e abbietta, la primigenia età dell’Oro; di questi tempi, ai tempi dei nostri antichi padri, gli schiavi diventavano liberi, per tutta la durata dei Saturnali.

    Ma finita la festa tornavano a essere gli schiavi di sempre.

    Allora, mio caro Capitano, per questo e per null’altro siamo alchimisti, perché vogliamo continuare a sentirci liberi tutti i giorni e per non scordarci di essere bambini.

    Buon Natale a tutti noi e a tutti i nostri cari, dal profondo del cuore. Suo,

    Frà Cercone

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  7. Auguri Capitano… e grazie per gli innumerevoli spunti di riflessione, che pur essendo molto impreparata nella materia, apprezzo moltissimo in quanto fonti di riflessioni che allargano la mente e gli orizzonti.

    Estendo gli auguri ai frequentatori di questo magnifico luogo.
    Pinuccia

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  8. grazie Capitano,

    auguroni anche a Lei e a tutti i frequentatori del suo “meraviglioso” blog

    E. Sinclair

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  9. Tantissimo cari auguri di felice Natale a Lei capitano ed a tutti Voi…di cuore!!

    Robin

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  10. Caro Captain Nemo,
    cari Ospiti,

    a Tutti, Buon Natale.

    Un sentito grazie a Tutti. Il tempo passato quì quest’anno è stato meraviglioso, con Voi.

    Un nuovo anno tra poco, ed ancora leggeremo e rileggeremo; ad ognuno porti Luce come in questa Notte la Stella sulla grotta del Bimbo di Betlemme.

    Vostra,
    Irix

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  11. Auguri Capitano, grazie…
    blog molto bello, avevo scordato il vero significato del Natale e ora piena di emozioni mi è tornato tutto in mente, ricordi da bambina…

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  12. simonetta vespucci Says:

    Capitano caro,
    con l’augurio che venga a visitarci dall’alto un Sole che sorge.

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    • Carissimo Capitano,
      Auguri di Cuore!
      1 Nato Gesù in Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco che dei Magi, venuti da Oriente, si presentarono a Gerusalemme, dicendo: 2″Dov’è il re dei Giudei ch’è nato? Poiché abbiamo veduto la sua stella ad oriente e siamo venuti ad adorarlo”. 3 Udito ciò, il re Erode si turbò e tutta Gerusalemme con lui; 4 e radunati tutti i gran sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro dove dovesse nascere il Messia. 5 Ed essi gli risposero: “In Betlemme di Giudea: così, infatti, è stato scritto dal profeta:
      6 E tu, Betlemme, terra di Giuda,
      in nessun modo sei minima fra le grandi città di Giuda:
      da te, infatti, nascerà un capo,
      che sarà pastore del mio popolo, Israele”.
      7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece precisare il tempo dell’apparizione della stella e, inviandoli a Betlemme, disse: 8 “Andate e informatevi accuratamente del bambino; e, quando lo avrete trovato, fatemelo sapere, affinché anch’io venga ad adorarlo”.
      9 Udito il re, quelli partirono. Ed ecco la stella che avevano veduta all’oriente li precedeva, finché, giunta sul luogo dov’era il bambino, si fermò. 10 La vista della stella li rallegrò di grandissima gioia. 11 Ed entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono; poi, aperti i loro scrigni, gli presentarono in dono oro, incenso e mirra. 12 E, divinamente avvertiti in sogno di non tornare da Erode, ritornarono per altra via al loro paese.

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